L’intelligenza artificiale sta diventando sempre più centrale nei processi di sourcing dei servizi professionali, soprattutto nel settore IT, consentendo alle aziende di selezionare e gestire i fornitori in modo più rapido, preciso ed efficace. Secondo una ricerca di Fortune Business Insights, il mercato delle soluzioni di digital procurement, che comprende strumenti basati su AI, è stato valutato 6,67 miliardi di dollari nel 2022, con previsioni di crescita fino a 13,80 miliardi entro il 2029, a un tasso annuo composto del 10,9%.
Anche l’esperienza di TimeFlow (timeflow.it/) conferma questa tendenza. L’azienda italiana ha integrato nelle sue piattaforme tecnologie di machine learning e AI generativa che permettono ai Chief Procurement Officer di costruire strategie di sourcing data-driven e ai loro team di valutare le competenze dei fornitori con una precisione e velocità senza precedenti. Secondo l’analisi di TimeFlow, l’adozione dell’AI nel procurement consente di raddoppiare il ritorno sull’investimento rispetto ai metodi tradizionali, con alcune realtà che raggiungono performance fino a cinque volte superiori.
“L’AI nel procurement non è più una semplice tendenza, ma una necessità operativa”, afferma Lorenzo Danese, CEO di TimeFlow. “La tecnologia consente di analizzare volumi di dati impensabili per l’uomo, accelerando i processi decisionali e migliorandone la qualità.”
Tra le tecnologie emergenti, l’AI generativa si sta affermando come una leva fondamentale nella trasformazione del rapporto tra buyer e vendor. Grazie ai modelli NLP avanzati, è possibile interrogare enormi quantità di dati con il linguaggio naturale, estrarre insight mirati e valutare rapidamente la compatibilità tra esigenze progettuali e profili dei fornitori. L’analisi automatizzata dei CV e delle esperienze precedenti punta a portare all’attenzione dei manager solo i partner più qualificati.
L’utilizzo dell’AI nel sourcing dei servizi professionali apre scenari interessanti ma pone anche nuove sfide. I benefici sono evidenti: maggiore efficienza operativa, decisioni più rapide e oggettive, qualità superiore delle selezioni. Tuttavia, emergono anche temi critici come la trasparenza degli algoritmi, la tracciabilità delle decisioni e la gestione delle cosiddette hallucinations dell’AI. “Gli algoritmi non devono sostituire il giudizio umano, ma potenziarlo”, precisa Danese. Per questo TimeFlow adotta un approccio “human-in-the-loop”, dove la tecnologia supporta e il decisore umano mantiene il controllo e la responsabilità finale.
Secondo un’analisi interna di TimeFlow, le innovazioni che stanno maggiormente impattando il sourcing IT includono algoritmi avanzati di skill-matching che incrociano in tempo reale esigenze e competenze dei fornitori, digitalizzazione dei profili per renderli strutturati e confrontabili, pre-screening automatizzato per accelerare la creazione di shortlist qualificate, l’uso di AI generativa e NLP per analizzare e interrogare grandi repository di candidati e l’integrazione tra AI e Blockchain per certificare la tracciabilità delle esperienze e dei feedback.
Nei prossimi mesi, TimeFlow prevede anche il rilascio di un nuovo AI Agent integrato nella piattaforma: un assistente operativo che guiderà gli utenti nelle attività quotidiane, aumentando ulteriormente il livello di automazione e predizione.
In conclusione, l’adozione dell’AI nel sourcing IT sta segnando una vera e propria svolta nell’intero ecosistema dei servizi professionali. “Come TimeFlow, crediamo in un futuro in cui il procurement sarà sempre più rapido, preciso e data-driven, ma senza rinunciare al valore imprescindibile dell’esperienza e dell’intuizione umana”, conclude Lorenzo Danese.