Cos’è lo spread e perché è così importante

consigli investire in borsa

Cos’è lo spread e perché è così importante, nel post a cura di Business Oggi

Negli ultimi anni, ogni volta che si parla di economia o politica, compare spesso una parola: spread. Ma che cos’è esattamente? E soprattutto, perché influenza così tanto i mercati, i governi e le nostre tasche?

In questo articolo cerchiamo di spiegare in modo chiaro e accessibile cosa significa spread, come si calcola, perché sale o scende e quali effetti produce sull’economia reale.

Cos’è lo spread in parole semplici

Il termine spread in inglese significa “differenza” o “divario”. Nel linguaggio economico, indica la differenza tra due tassi di interesse, di solito tra i titoli di Stato di due Paesi.

In Europa, lo spread più famoso è quello tra i BTP italiani (Buoni del Tesoro Poliennali) e i Bund tedeschi. In pratica, lo spread BTP-Bund misura quanto costa in più allo Stato italiano indebitarsi rispetto alla Germania, considerata il Paese più stabile e affidabile dell’area euro.

Se, per esempio, il rendimento del BTP a 10 anni è del 4% e quello del Bund è del 2%, lo spread è di 200 punti base, cioè del 2%.

Come si calcola lo spread

Il calcolo dello spread è semplice:

Spread = Rendimento BTP – Rendimento Bund

Ogni punto percentuale di differenza equivale a 100 punti base. Quindi:

  • Se il BTP rende il 4% e il Bund il 2%, lo spread è 200 punti base.
  • Se il BTP scende al 3% e il Bund resta al 2%, lo spread cala a 100 punti base.

Lo spread viene monitorato ogni giorno dai mercati finanziari e pubblicato da testate economiche e agenzie specializzate. Quando “sale lo spread”, significa che gli investitori stanno chiedendo rendimenti più alti per comprare titoli italiani, segnale di sfiducia o maggiore rischio percepito.

Perché lo spread è così importante

Lo spread è un indicatore di fiducia. Più è alto, più gli investitori ritengono rischioso prestare soldi allo Stato. Viceversa, quando lo spread scende, aumenta la fiducia nella stabilità economica e politica del Paese.

Un aumento dello spread non è solo un problema “tecnico”: ha ripercussioni concrete sull’economia. Ecco perché:

  1. Aumenta il costo del debito pubblico: se lo Stato deve offrire interessi più alti per vendere i propri titoli, il servizio del debito diventa più costoso.
  2. Influenza i mutui e i prestiti: lo spread alto può portare a tassi d’interesse più elevati anche per famiglie e imprese, rendendo più difficile ottenere credito.
  3. Riduce la fiducia dei mercati: un Paese con spread elevato è visto come instabile, il che può allontanare gli investitori esteri e rallentare la crescita.

Lo spread e la crisi del debito europeo

Per capire davvero l’importanza dello spread, basta ricordare il periodo tra 2011 e 2012, durante la crisi del debito sovrano europeo. In quei mesi, lo spread italiano superò i 500 punti base, segnale di fortissima sfiducia nei confronti dell’Italia.

Il costo del debito pubblico esplose, e il Paese si trovò in una situazione di emergenza finanziaria. Fu proprio allora che la Banca Centrale Europea, guidata da Mario Draghi, intervenne con il famoso “whatever it takes” (“tutto ciò che serve”) per salvare l’euro e calmare i mercati.

Da quel momento, lo spread è diventato una sorta di termometro della salute economica dell’Italia. Ogni volta che aumenta, si riaccende l’attenzione di media, politici e investitori.

Cosa fa salire o scendere lo spread

Molti fattori influenzano lo spread, ma i principali sono politici, economici e internazionali.

Ecco i più importanti:

  • Stabilità politica: un governo forte e credibile rassicura i mercati; le crisi di governo, invece, fanno crescere lo spread.
  • Politiche di bilancio: se lo Stato aumenta troppo il debito o la spesa pubblica senza coperture, gli investitori si preoccupano.
  • Decisioni della BCE: quando la Banca Centrale Europea alza o abbassa i tassi, l’effetto si riflette sui rendimenti dei titoli di Stato.
  • Andamento dei mercati globali: crisi geopolitiche, guerre o shock economici fanno aumentare la domanda di “titoli sicuri” (come i Bund), penalizzando quelli percepiti come più rischiosi.
  • Rating delle agenzie: un declassamento da parte di Moody’s, S&P o Fitch può far aumentare bruscamente lo spread.

Spread e vita quotidiana: perché ci riguarda tutti

Anche se può sembrare un concetto lontano, lo spread influisce direttamente sulla nostra vita. Quando sale, i tassi di interesse dei mutui e dei prestiti tendono a crescere, mentre gli investimenti esteri nel Paese si riducono.

Inoltre, un alto spread significa più soldi spesi dallo Stato per pagare gli interessi sul debito, e quindi meno risorse per servizi pubblici, sanità e infrastrutture.

In pratica, un aumento di 100 punti base dello spread può costare miliardi di euro alle casse pubbliche. È per questo che le autorità economiche cercano costantemente di mantenerlo sotto controllo.

Come si può ridurre lo spread

Ridurre lo spread significa riconquistare la fiducia dei mercati. E questo avviene attraverso diverse strategie:

  • Politiche economiche credibili: presentare bilanci pubblici solidi e sostenibili nel tempo.
  • Crescita economica stabile: più l’economia cresce, più il debito è percepito come sostenibile.
  • Dialogo con l’Europa: la cooperazione con le istituzioni europee e il rispetto delle regole fiscali aiutano a rassicurare gli investitori.
  • Interventi della BCE: programmi di acquisto di titoli di Stato o misure straordinarie possono calmare i mercati in periodi di tensione.

Spread e Borsa: un rapporto delicato

Lo spread non incide solo sul debito pubblico ma anche sui mercati azionari. Quando lo spread si alza, spesso la Borsa italiana scende, soprattutto nei titoli bancari. Le banche, infatti, detengono molti BTP: se il loro valore scende, anche i bilanci bancari ne risentono.

Viceversa, uno spread in calo favorisce la ripresa dei listini, poiché segnala maggiore stabilità e fiducia nel Paese.

Qual è un livello di spread “accettabile”?

Non esiste una soglia fissa, ma in generale si ritiene che:

  • Uno spread sotto i 150 punti base indichi stabilità e fiducia.
  • Tra 150 e 250 punti, la situazione è gestibile ma da monitorare.
  • Oltre i 300 punti base, si parla di tensione finanziaria.

Negli ultimi anni, l’Italia ha oscillato spesso tra i 150 e i 200 punti base, segnale di un equilibrio fragile ma non critico.

Conclusioni

In sintesi, lo spread è molto più di un numero sui giornali: è un indicatore chiave della fiducia dei mercati verso l’Italia e della stabilità economica del Paese.

Quando lo spread scende, significa che l’Italia è percepita come affidabile, che i tassi d’interesse si abbassano e che le condizioni economiche migliorano. Quando sale, invece, suona un campanello d’allarme per politica, banche e cittadini.

Capire cos’è lo spread e perché è così importante ci permette di leggere meglio le notizie economiche e di comprendere come le scelte politiche e finanziarie influiscano direttamente sulla nostra vita quotidiana.

In conclusione, la prossima volta che sentirai dire “lo spread è salito”, saprai che non è solo una questione di finanza astratta: è un segnale concreto di come il mondo vede la nostra economia, la nostra stabilità e il nostro futuro.

Cos’è lo spread e perché è così importante
Torna su