Come ogni settimana, Areté analizza l’andamento dei mercati delle principali commodity agrifood, offrendo una fotografia aggiornata basata su dati provenienti da fonti internazionali autorevoli. Le ultime rilevazioni mostrano dinamiche ribassiste su due comparti chiave: ceci e olio extravergine di oliva, con implicazioni rilevanti per operatori, trader e imprese della filiera.
Ceci: prezzi sui minimi pluriennali
Nel corso dell’ultima settimana, il mercato dei ceci Kabuli in Saskatchewan ha registrato un nuovo arretramento delle quotazioni, con un calo del 10%. I prezzi risultano oggi inferiori del 10% rispetto all’inizio della campagna e addirittura del 31% su base annua, segnando livelli tra i più bassi degli ultimi anni.
Secondo le analisi di Areté, la pressione ribassista è riconducibile principalmente a due fattori strutturali. Da un lato, l’ampia disponibilità di prodotto presso i principali Paesi produttori ed esportatori; dall’altro, la ricostituzione delle scorte di riporto dalla scorsa stagione. Questo mix ha impedito il consueto recupero dei prezzi nei mesi successivi alla raccolta, un fenomeno che aveva invece caratterizzato le due campagne precedenti.
Il mercato dei ceci si trova quindi in una fase di equilibrio fragile, con un’offerta abbondante che continua a comprimere le quotazioni e a ridurre le opportunità di rimbalzo nel breve periodo.
Olio extravergine di oliva: raccolta in corso e prezzi in discesa
Anche il mercato dell’olio extravergine di oliva attraversa una fase correttiva. L’avanzamento della raccolta di olive nell’Unione Europea sta esercitando una pressione ribassista sui prezzi, in particolare sull’olio EVO italiano di produzione nazionale.
Secondo Areté, le quotazioni italiane hanno registrato una flessione del 22% dalla fine di ottobre, dopo aver mantenuto livelli prossimi ai massimi storici per diversi mesi, da maggio in avanti. A pesare sul mercato è soprattutto la prospettiva di un aumento produttivo del 21% in Italia nella campagna 2025/26, previsione già attesa e ora confermata dalle prime stime della Commissione Europea.
A livello europeo, il quadro produttivo resta eterogeneo. Le prime settimane di raccolta indicano rese inferiori alle attese in Portogallo e Grecia, con produzioni ora stimate in calo rispettivamente del 15% e del 12%. In Spagna, invece, il lieve calo produttivo previsto (-3%) trova conferma nei dati di ottobre-novembre, che mostrano una contrazione del 4% su base annua.
Nonostante ciò, il mercato beneficia di scorte di riporto più elevate: a fine novembre, gli stock risultano superiori del 17% rispetto allo stesso periodo del 2024. Questo elemento ha contribuito al ribasso delle quotazioni a Jaén, dove i prezzi dell’olio EVO sono scesi del 9% rispetto a fine ottobre, pur restando su livelli più alti rispetto alla scorsa estate.
Scenario e implicazioni per il business
Nel complesso, gli ultimi dati confermano una fase di normalizzazione dei mercati agrifood, dopo le forti tensioni sui prezzi degli ultimi anni. Per imprese della trasformazione, buyer e operatori finanziari, il contesto attuale richiede un monitoraggio costante di produzione, scorte e dinamiche internazionali, in un equilibrio sempre più influenzato da fattori climatici, geopolitici e macroeconomici.
Gli highlight settimanali di Areté continuano a rappresentare uno strumento essenziale per interpretare il mercato e supportare decisioni strategiche in un settore chiave per l’economia reale.